Strafexpedition, il mio viaggio lungo 50 km

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pettorale strafexpedition

La Strafexpedition è volata via, è trascorsa già una settimana dal giorno della gara ma i ricordi sono ancora lucidi come se il tempo si fosse fermato a domenica 2 settembre alle 15:25 quando dopo 8h 20′ ho tagliato il traguardo sotto il gonfiabile in piazza II Risorgimento in centro ad Asiago (VI).

La Strafexpedition per me è stata la seconda ultra corsa quest’anno, ma se dobbiamo essere onesti è stata la prima vera 50 km corsa interamente senza intoppi. E’ stata un’edizione bagnata (fortunata?) e questo ci ha rallentati molto, è stata la prima vera gara che mi ha messo veramente alla prova. La Strafexpedition si è dimostrata più dura di quanto avessi immaginato, forse anche più dura del Trail del Monte Baldo.

Strafexpedition, il giorno prima

Anche questo sabato non è stato diverso da molti altri, anche questo sabato prima della gara ho dovuto lavorare anche se avevo chiesto un giorno di riposo. Purtroppo una collega in ferie ed un’altra collega in infortunio hanno rivoluzionato gli orari di lavoro. Sveglia alle 5, colazione e via per una giornata lavorativa che si è conclusa alle 14.30.

La strafexpedition mi aspettava ed io non potevo farla attendere. Rientrato a casa dopo il lavoro ho sbrigato alcune faccende familiari e mi sono diretto verso Asiago con lettino e sacco a pelo al seguito per affrontare la notte. Arrivato a Canove di Roana (VI) a pochi minuti di auto dal luogo della partenza, ho preso il posto letto nel centro ricreativo del cinema del paese che gli organizzatori avevano messo a disposizione e fatto le prime conoscenze. Sistemato il sacco a pelo, il lettino ed il borsone per la notte ho conosciuto alcuni atleti che avevano già preso posto prima di me e che arrivavano da Roma, mentre accanto a me vi era un ragazzo di un paese vicino al mio.

Avevamo già fame quindi ci siamo messi a camminare un pò per il paese alla ricerca di un posto dove mangiare ma ahimè non abbiamo trovato nulla. Dopo aver chiesto informazioni ad alcuni ragazzi ci siamo diretti verso il centro di Asiago e ci siamo fermati a mangiare in un bel localino in centro senza troppe pretese. Birra, antipasto, primo e dolce per finire. Poi dritti tutti a dormire visto che siamo stati gli ultimi a rientrare.

Strafexpedition il giorno della gara

Avevo messo la sveglia alle 5.30 ma non è servita a niente perché oltre ad aver dormito poco e male a causa dei ”suoni” notturni della stanza, qualcuno ha avuto la bella idea di svegliarsi tra le 4.30 e le 5.00 svegliando piano piano tutto il resto della ciurma. Non ricordo quando mi sono alzato dal lettino ma alle 5 ero già sveglio da un pò. Inizio a vestirmi, applico il tape al ginocchio, mi infilo le scarpe e richiudo sacco a pelo e lettino, pronto a partire.

Le previsioni meteo non hanno sbagliato un colpo, prevista pioggia prima e durante la gara e così è stato. Per tutta la notte a continuato a piovere incessantemente costringendo quasi tutti gli atleti ad indossare il guscio anti-pioggia già dalla partenza. Guido verso il centro, parcheggio l’auto e mi dirigo a piedi verso la palestra di hockey dove gli ultimi ritardatari come me potevano ritirare il pettorale e per chi lo voleva poteva fare anche colazione. Ho bevuto solo del thè caldo, per il resto vi era solo della crostata, direi scarsa come colazione di una organizzazione, ho visto di molto meglio. Scambio qualche chiacchiera con qualche amico ed esco fuori.

Mi infilo nel bar accanto al gonfiabile e cerco di fare una colazione migliore: caffè e cornetto sperando mi svegli un pò. E’ stata la peggior colazione fatta prima di una gara da quando ho iniziato a correre, di solito mangio un pò di tutto: fette biscottate e marmellata, frutta secca, thé, caffè, della nutella… Questa volta invece sono rimasto leggero, forse troppo ma è andata bene lo stesso. La Strafexpedition è iniziata male, speriamo finisca meglio e invece…

Strafexpedition, la gara

Sono le 7.00 e la Strafexpedition sta per partire. Aspettiamo la fine del ”silenzio” suonato con la tromba e poi via. Quest’anno si celebra il centenario dalla fine della prima guerra mondiale ed il percorso di gara sarà ad ogni km il ricordo di chi, su quell’altopiano ha perso la vita. C’è pioggia e freddo ma non mi scoraggio. Parto, il ritmo è lento e non ho fretta, devo gestire 50 km da solo e non l’ho mai fatto prima. Sono in forma e anche se la pioggia è incessante non demordo. Sembra farlo apposta, ad ogni ristoro aumenta di intensità quasi a voler incoraggiare gli atleti a fermarsi. Uno dopo l’altro i km passano in fretta, così come le ore di gara. Mi ero prefissato di terminare la gara entro le 9 ore e così è stato. Alla fine sono stato molto contento e soddisfatto.

Non saprei raccontare km per km quello che mi è accaduto ma ricordo che in alcuni punti non si vedeva niente. Abbiamo attraversato decine di trincee che cento anni prima furono teatro di sanguinose battaglie. Ancora oggi ripensando a quegli attraversamenti ho i brividi, la pelle d’oca. Mi sono fermato qualche minuto all’interno di una galleria per riposare dalla pioggia e cercare di cambiarmi la maglietta visto che la temperatura era in ribasso ma ho fatto 2 errori:

  1. essermi dimenticato di mettere la maglia termica in un sacchetto per non bagnarsi (infatti l’ho ritrovata completamente bagnata)
  2. aver spostato lo zaino da sotto al guscio a sopra, non facendo altro che far bagnare tutto il contenuto dello stesso che non era riposto nei sacchetti di plastica.

Sono ripartito e dopo altre trincee, attraversando un tratto con cavi di sicurezza e un breve tunnel illuminato dai ragazzi del Soccorso Alpino, mi ritrovo in cima al Monte Ortigara (2105 mslm) e faceva freddo, molto freddo. C’era vento, molto vento e non aver messo una maglia termica asciutta mi faceva battere forte i denti.

Guardavo le mani ed erano color violaceo, sentivo freddo ed ero demoralizzato ma…in compagnia di un altro atleta mi sono fatto coraggio e ho continuato. Al ristoro successivo veniamo informati che la direzione di gara, dopo aver ascoltato l’apri-pista e i primi atleti giunti al traguardo, ha deciso di deviare parte del percorso ed eliminare il tratto di gara che prevedeva la salita a Cima Dodici (2336 mslm) perchè in quel momento iniziava a nevicare e con il tempo che c’era non si vedeva niente.

Si è scelto di garantire agli atleti la propria incolumità perché vi era il rischio di cadute e di farsi davvero male, ottima scelta, bravi.

Nonostante il taglio del percorso alla fine i km totali sono stati comunque 50,44 e il dislivello positivo poco sotto ai 2000 metri (1939 dal mio garmin fenix 5s). Una bella gara, peccato per il tempo che non ha permesso ai partecipanti di godere appieno del panorama. La pioggia ha messo in difficoltà molti atleti e reso parte del percorso quasi impraticabile. L’ultimo tratto nel bosco dal Forte Interrotto sino all’arrivo è stato il peggiore. Il troppo fango ha reso scivolosi gli ultimi km e facendo attenzione a non scivolare sono riuscito a rompere un bastoncino rimasto incastrato tra due sassi mentre scendevo cercando di non farmi male.

Peccato perché erano bastoncini in carbonio che mi erano costati un occhio della testa, i prossimi costeranno molto meno lo  giuro. Pochi km all’arrivo e cado ancora, mi era già successo sul monte Ortigara e intorno al 20° km, questa volta è colpa del terreno reso scivoloso dalla pioggia. Cado due volte e come si può notare dalla foto in basso, questa volta nel fango mi ci sono un pò rotolato. Nell’ultimo tratto di gara ho incrociato l’ultimo concorrente della gara minore partita con noi alle 7.00, a oltre 80 anni ha portato a termine in 8h 30′ tutti e 35 i km di gara camminando per quasi tutto il percorso. Davvero complimenti.

Strafexpedition arrivo e conclusioni

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Sono arrivato fino in fondo, ancora carico di energia e pronto per ripartire per una nuova avventura. L’arrivo è stato un pò deludente, non di certo come l’arrivo dell’ultimo concorrente all’UTMB accolto con applausi, musica e foto…ma non importa. Sono arrivato nel silenzio più totale e di concorrenti in gara dietro di me ce n’erano ancora.

Mi sono applaudito da solo perché questo è quello che conta,  sono felice di essere arrivato alla fine e ho corso non per gli altri ma solo e soltanto per me stesso. Anche se a dir la verità qualche applauso lo avrei gradito lo stesso. E’ stata una gara dura per le condizioni del tempo ma non ho mai pensato di mollare. Ho imparato a farmi coraggio e andare avanti. Se l’idea è quella di correre gare come il Tor des Geants non sarà mica un pò di acqua a fermarmi.

Al termine della gara una fetta di strudel ed un caffè in compagnia di Gloria and friends per festeggiare il suo compleanno. Gloria (la mia migliore amica) ha corso la gara dei 20 km partendo alle 9.00, poi si è fermata in paese con la famiglia per un pò di relax. Il prossimo anno? Non lo so se correrò nuovamente la Strafexpedition anche se l’idea di aver corso e di aver visto poco mi fa venire la voglia di rifarla, nella speranza di trovare bel tempo naturalmente.

E ora?

Ora il pensiero è al prossimo obiettivo: il CMP Trail di Bassano del Grappa (VI) il 7 di ottobre (43 km 2.000 D+). Prima però 3 settimane di stop per curarmi una tendinite al tendine di Achille con le onde d’urto e un piccolo viaggio negli USA, sperando di correre ogni mattina e di allenarmi come negli altri viaggi. Stay tuned per le prossime news e grazie per aver letto tutto fino alla fine. Buone corse!

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