5 idee regalo per il runner da leggere

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Libri runnerpercaso sulla corsa

Leggere fa bene non solo alla mente ma anche allo spirito. I libri sono fonte di saggezza e spesso lezioni di vita. A volte i libri raccontano storie fantastiche, altre volte invece raccontano le gesta eroiche del passato. Io quando voglio rilassarmi prendo un libro e leggo. Da quando amo correre ho imparato a leggere di più, naturalmente nella mia libreria non possono mancare libri sulla corsa.

Quando voglio imparare qualcosa di nuovo lo cerco su Google, se voglio approfondirne l’argomento allora acquisto un bel libro. Ci sono una infinità di libri sulla corsa da leggere e un’infinità di scrittori che oltre ad essere tali sono o sono stati anche atleti. Alcuni sono bravi, altri bravissimi, ma ognuno di loro ci mette il proprio impegno per condividere le proprie esperienze, la propria saggezza, la propria conoscenza.

Mi piace consigliare libri che ho già letto perché mi piace pensare che altri lettori, arrivati alla fine, possano avere le mie stesse sensazioni. Alcuni autori su cui non avresti mai scommesso un euro ti sorprendono, l’esempio l’ho avuto qualche giorno fa quando ho finito di leggere ”La frontiera invisibile: Sull’Himalaya. In inverno. Senza corde. Bisogna correre o morire” di Kilian Jornet. Capitolo dopo capitolo, pagina dopo pagina, sono rimasto così affascinato dal suo libro tanto da invogliarmi ad acquistare il prossimo. E poi arrivare alla fine del libro e scoprire che ……… ops, se volete scoprire cosa accade comprate quì la vostra copia.

“Se vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell’angolo più oscuro del capitolo, c’è una frase scritta apposta per noi

(Pietro Citati)

Se i libri non sono la vostra passione non preoccupatevi, ho altri consigli. Idee regalo per voi o per i vostri amici, dall’abbigliamento agli accessori per tutte le tasche, basta solo scegliere il regalo giusto.

5 libri sul mondo della corsa

Se non sogniamo, siamo morti.” Questo è il motto di Kilian Jornet, il giovane skyrunner catalano che il 21 agosto 2013 ha stabilito il nuovo record di salita e discesa del Cervino: 2 ore e 52 minuti per toccare il cielo e tornare indietro. Per Kilian la montagna rappresenta il sogno più grande ma, come ha imparato tragicamente, può anche trasformarsi nel peggiore degli incubi. Durante una traversata del Monte Bianco, infatti, Kilian ha perso il suo maestro, il suo idolo, il suo migliore amico. E il suo mondo è andato in pezzi. Nel periodo che è seguito, fatto di tante domande, dubbi e interrogativi su ciò che stava facendo, ha elaborato un nuovo progetto, studiato per mettersi alla prova ancora una volta, per sondare il confine tra coraggio e incoscienza, per capire davvero se stesso e il senso delle sue imprese. Il progetto prevede di scalare una delle vette più alte dell’Himalaya, il Gosainthan, al confine tra Cina e Nepal. Sono solo in tre, per un’avventura impossibile. Una spedizione invernale, senza corde, armati solo di un paio di sci, qualche provvista e una tenda. Questo libro racconta quel viaggio, che è allo stesso tempo una ricerca, una fuga, un momento di conoscenza, un incontro con luoghi e persone lontane e con gli angoli più profondi di sé. In queste pagine di una sincerità toccante, Kilian Jornet ci invita a seguirlo nel suo viaggio, ad andare oltre noi stessi, a oltrepassare le frontiere…


Quando nello stadio di Berlino, ai campionati delle Forze alleate, scorgono dietro il cartello Czechoslovakia un solo atleta male in arnese, tutti si sbellicano dalle risate. E quando quell’atleta, che storditamente non si è accorto della convocazione, attraversa lo stadio come uno sprinter decerebrato urlando e agitando le braccia, i giornalisti estraggono avidi i taccuini. Ma poi, quando nei cinquemila, pur avendo già un giro di vantaggio, non smette di accelerare e taglia il traguardo in solitudine, ottantamila persone in delirio scattano in piedi. Il nome di quel ceco alto, biondo e che sorride sempre non lo dimenticheranno più: Emil Zatopek. La sua aria mite e gentile è una trappola: dacché, apprendista nello stabilimento Bata di Zlin, ha scoperto che correre gli piace, nessuno l’ha più fermato. Il fatto è che vuole sempre capire fin dove può arrivare. Dello stile se ne frega: ignaro dei canoni accademici, corre come uno sterratore, il volto deformato da un rictus. È, semplicemente, un motore eccezionale sul quale ci si sia scordati di montare la carrozzeria. Ai Giochi olimpici di Londra e poi a Helsinki Emil varca le possibilità umane, diventa invincibile. Nessuno può fermarlo: neppure il regime cecoslovacco, che comincia a chiedersi se un grande sportivo popolare non sia una forma di individualismo borghese.


Il rarahipa è un rito di iniziazione degli indios messicani Tarahumara, che abitano le strette gole del Barranca. C’è una palla da calciare, da inseguire e da calciare ancora, lungo gli impervi e riarsi tornanti del canyon. Fino a quando non cadono sfiniti tutti i concorrenti tranne uno, che viene proclamato vincitore. Tocca anche a Javier partecipare alla gara, essere dunque iniziato alla fatica e all’ebbrezza della corsa che, per il suo popolo – nato per correre -, è molto più che un’attività sportiva: è una tradizione antichissima, un tratto fondamentale dell’identità. Questa competizione sarà per Javier una vera e propria entrata nella vita adulta: l’inizio di un percorso che lo porterà a varcare il confine degli Stati Uniti d’America per misurarsi con i migliori corridori in una gara che non sarà solo una grande sfida con se stesso e con i propri limiti, ma anche un modo per rivalersi di torti subiti, per dare voce al suo popolo e alla sua terra. La corsa diventa così strumento di rivalsa, libertà, espressione della propria identità e potenza.


Road to Sparta è la storia della corsa lunga 246 km che va da Atene a Sparta. È la storia della corsa che ha ispirato la maratona e salvato la democrazia. Questa storia ci viene raccontata dall’ultramaratoneta dall’autore Dean Karnazes, che ha avuto modo di sperimentare questo percorso in prima persona. Nel 490 a.C. Filippide ha corso per 36 ore per raggiungere Sparta da Atene, alla ricerca di un aiuto per il popolo ateniese di fronte all’invasione persiana nella battaglia di Maratona. In questo modo, ha salvato lo sviluppo della civiltà occidentale e ha ispirato la nascita della maratona così come la conosciamo al giorno d’oggi. 2500 anni dopo, questa corsa rimane una delle più grandi prestazioni fisiche nella storia del genere umano. Karnazes onora personalmente Filippide e la sua eredità greca, ricreando questo antico viaggio in tempi moderni. Karnazes si astiene dalla tipica alimentazione sportiva contemporanea basata su gel ed energy drink, alimentandosi con ciò che era disponibile nel 490 a.C.: fichi, olive e carne essiccata.


Chi sono gli ultramaratoneti? Cosa motiva questi atleti? Quali meccanismi psicologici consentono loro di affrontare gare estreme? Cosa li spinge a spostare sempre più in avanti i limiti fisici? Questi i quesiti che si è posto l’autore Matteo Simone per stendere questo libro, si parla di ultramaratone e di gare estreme per lunghezza kilometrica, per condizioni fisiche-naturalistiche e metereologiche nelle quali si affrontano i percorsi, per le richieste mentali poste a questi atleti. Il testo consente di calarsi nella realtà degli ultramaratoneti, grazie all’esperienza diretta dell’autore ed al contributo di centinaia di atleti intervistati che hanno condiviso le loro esperienze di gara. Vi sono i racconti di amanti della corsa e di atleti professionisti. In primo piano è il vissuto esperienziale degli atleti, le loro problematiche, le loro convinzioni, le loro paure, le loro esperienze di vita e i loro successi. Come ci ricorda la psicoterapia della Gestalt è nell’esperienza che risiede la conoscenza. Un libro affascinante che riporta le motivazioni di queste persone, che tratteggia le loro strutture caratteriali.

Buona lettura!!!

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