Doppia distorsione e stop per un mese

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Lessinia Legend Run

Domenica 4 settembre, tutto pronto per correre la Lessinia Legend Run, gara di casa da 47 km e 3460 D+. Arrivo a Velo Veronese e ritiro il pettorale, sono bello carico e in forma, oggi ho deciso di partire a “bomba” e cercare di capire fin dove posso spingermi ad una velocità che non è la mia solita. Normalmente corro nella mia comfort zone che oggi ho deciso di mettere da parte in occasione di questa gara.

Partenza alle 7.00 e primo stop dopo soli 8 km. Prima di arrivare a Giazza al primo ristoro, distorsione della caviglia dx in discesa con improvviso stop e successive imprecazioni del caso.

Cammino per un pò, oramai ci sono abituato. Cerco di riprendermi e dopo qualche minuto ricomincio a correre. Sarà la solita piccola distorsione penso tra me e me. Continuo a correre a alla prima salita comincio a sentire dolore alla caviglia, dolore che in discesa scompare del tutto. Continuo a salire e supero qualche ristoro dove imprecando mangio qualcosa.

Al km 17, all’altezza di Malga Freselle di sotto, un volontario mi porge del ghiaccio secco che applico sulla caviglia dolorante per un pò. Riparto e la caviglia continua a farmi male. Supero il passo Tre Croci e inizia l’ennesima salita con forte dolore al piede, arrivo in alto e comincio a scendere.

Arrivo al Rifugio Scalorbi, sulle piccole dolomiti nel cuore della Riserva di Campobrun e mi fermo per ristorarmi e bere una bella birra fresca, dicono che contenga antinfiammatorio naturale ed io non so dire di no ad una bionda media.

Da li parte una bella e lunga salita (che conosco a memoria) che porta in cima al Monte Carega dove vi è il Rifugio Fraccaroli,avevo deciso di fermarmi per un’altra birra ma stavolta, a differenza della Trans d’Havet di luglio, non mi vedrà entrare. Arrivo a fatica, 1 km in più di 30 minuti, la caviglia è dolorante, fa male, non ce la faccio.

Arrivo al ristoro e penso per la prima volta al ritiro. Ritirarmi in cima al monte non è una bella idea, dovrò comunque scendere per poter essere trasportato poi al punto di partenza situato in quel di Velo Veronese (VR). Così decido di proseguire lentamente ed arrivare al prossimo ristoro situato al rifugio Revolto giù 1000 di dislivello negativo più avanti, li deciderò cosa fare.

La discesa è lunga, il percorso lo conosco a memoria e cerco di fare molta attenzione a dove appoggio i piedi: radici, sassi, buche. Termina la prima parte della discesa e cammino qualche secondo per recuperare un pò e far riposare la caviglia. Riprendo a correre ed un volontario mi indica da che parte stare, gli rispondo: “tranquillo conosco la discesa a memoria”.

Passano pochi metri e “track. La caviglia cede mentre appoggio il piede su una pietra ed il dolore è forte e lancinante. Grido e impreco ancora, ma questa volta fa male, molto più male della prima distorsione. Faccio fatica ad appoggiare il piede, inizio a piangere. Mi rendo conto che a 13 km dalla fine non posso più andare avanti. Inizio a camminare in direzione ristoro dove informerò i volontari del mio ritiro.

Mi sorpassa qualche concorrente, il primo informerà un volontario sul percorso del mio arrivo e delle mie condizioni così al mio arrivo il volontario guardandomi mi chiede di sedermi, è un fisioterapista e mi vuole aiutare. Mi effettua un bendaggio compressivo talmente fatto bene che mi permette di arrivare al ristoro senza dolore, grazie ovunque tu sia e chiunque tu sia.

Al ristoro comunico il ritiro e mi fanno visitare da un medico dell’ambulanza che conferma l’ottimo lavoro di fasciatura del fisioterapista. Mi dicono che per loro non sembra ci sia una rottura quindi mi lasciano tornare a casa.

Li al ristoro incontro un ragazzo che mi riaccompagna, insieme ad un altro ritirato, al punto di partenza di Velo Veronese. Niente medaglia da finisher questa volta, purtroppo oggi è arrivato il mio primo DNF (Did Not Finisher). Sono triste dico la verità, ma sono contento che sia comunque andata bene, poteva andare molto peggio.

La serata si conclude in pronto soccorso fino all’una di notte con foglio per una visita ortopedica il giorno dopo in reparto dove constatano che, vero che non vi è rottura, ma oltre alla distorsione che mi ha fatto gonfiare inverosibilmente la caviglia, vi sono altre piccole calcificazioni di altre distorsioni prese in passato.

Il consiglio è quello di indossare un tutore per 2 settimane senza poter appoggiare il piede a terra, stampelle e dalla terza settimana, lenta ripresa delle normali attività come camminare senza però forzare. Diciamo che ora sono molto più triste di ieri.

Diciamo che sono stato fortunato nella sfortuna e che queste settimane non passeranno mai. Ma devo rispettare i consigli dell’ortopedico se voglio presto tornare a correre, il prossimo anno mi aspettano obiettivi molto più grandi e ambiziosi del 2022.