
Sono una sorta di doping?
Trovare la scarpa che aiuti a correre più veloce e in meno tempo, sembra essere la nuova idea fissa dei produttori e degli sportivi.
C’è il runner che colleziona scarpe per avere quella giusta per ogni tipo di terreno sul quale andrà a correre. Chi le compra in base a come si vestirà durante l’ora di allenamento e chi invece non cambia il suo modello preferito con nessun altro al mondo. Anzi ne acquista più paia uguali non sia mai che le tolgano dal mercato.
Ma fin qui è solo un collezionare scarpe, ma allora perché si parla di nuovo doping?
Correre veloci può essere più facile
Le scarpe da runner, che devono esser giuste per il proprio piede e per la strada su cui si correrà per evitare che sopraggiungano problemi muscolo-scheletrici. Stanno diventando una piccola ossessione per chi le usa perché si vuole raggiungere in meno tempo un traguardo che con tutta probabilità richiede più impegno e sacrificio.
In tanti cercano il modello di scarpa che aiuti e agevoli lo sforzo e l’impegno che questo sport comporta. Ecco perché questo fenomeno viene considerato una sorta di doping.
Le aziende che creano questo tipo di scarpe, giustamente fanno il proprio lavoro. Investono su degli studi approfonditi per capire come migliorare le scarpe che producono e adattarle al meglio all’atleta e al tipo di gara che deve affrontare. Ma quanto, alla fine, nel risultato contano le scarpe e quanto il lavoro fatto dalla persona che corre?
Il grande dibattito
Ultimamente sulle scarpe di ultima generazione si è aperto un mega dibattito.
Come mai? Perché è come se si fosse di nuovo davanti alla polemica dei costumi tecnologici in poliuretano che qualche anno fa si stavano utilizzando per le gare di nuoto e che la FINA (Federazione Internazionale del Nuoto) ha poi messo al bando perché è emerso che influenzassero il risultato della gara.
Allo stesso modo le nuove scarpe da corsa.
La forma della pianta del piede, il design, i materiali posizionati in determinati punti della scarpa come la piastra in carbonio in modo da condizionare la falcata, vengono paragonati al doping visto che il principio di base sembra lo stesso. Ovvero avere un aiuto esterno in più oltre che alle proprie forze, per raggiungere il proprio obiettivo.
È pur vero che non tutti possono permettersi questo tipo di scarpe che per ora costa più di 250€. Altri non le acquisteranno poiché per il proprio livello di corsa giornaliera non sono utili.
Eppure a tanti piace vincere facile o mettersi in mostra con i tempi raggiunti per la distanza percorsa. Specie se questo accade con meno sforzi del previsto a discapito del principio di fondo che c’è nella corsa e di tutti gli sport: farcela con le proprie forze senza artifizi esterni di nessun genere.
In ogni caso le scarpe non si muovono da sole e senza il lavoro a monte della persona che corre e si allena, non si andrà comunque da nessuna parte.

















